Non hai praticato yoga nell’ ultimo periodo, hai interrotto il corso che avevi iniziato, sei stata assente dalle lezioni per settimane o mesi…e provi un certo senso di colpa a comunicarlo alla tua insegnante? O verso te stessa per non aver saputo portare costanza ad un proposito?
- Allora chiediti che tipo di messaggio passa l’insegnante che mi conduce? Attenzione a non confondere la disciplina con la rigidità.
- Che tipo di approccio ho io con questa disciplina? Attenzione a far si che non diventi l’ ennesima cosa da spuntare in agenda.
- Quanto tempo dovremmo dedicare alla nostra pratica yoga? Chi stabilisce questi tempi? Attenzione a non mettere in uno schema ciò che invece è strettamente personale e modellabile.
- Infine, se facessero un reality show delle nostre care insegnanti yoga, cosa ci aspetteremmo di vedere? Attenzione a non dipingerle come guru eternamente costanti e luminose, sono esseri umani e dunque “fallibili”.
Credo sia importante veicolare questo messaggio che vada a sciogliere alcuni standard performanti e preconfezionati, nonchè false credenze limitanti.
Pensiamo sempre che gli altri siano più bravi di noi. Ma nessuno è sempre “sul pezzo” 365 giorni l’anno tutti gli anni. Tutti abbiamo momenti di stanchezza, debolezza, disturbi fisici o momenti in cui (quasi sempre erroneamente e a nostro malgrado) diamo priorità ad altro anzichè a noi stesse.
Chi più chi meno siamo “distraibili” e i social non ci aiutano a non sentirci in colpa se non siamo sempre al top, perchè ciò che facilmente appare è un’ immagine sempre al massimo dell’ equilibrio, della forza, della gioia e così via. Lo vediamo in ogni ambito e questo dissocia dalla realtà.
Penso che in questo gli insegnanti yoga abbiano un ruolo importante per veicolare anche questo messaggio, affinchè non si pensi che sia sbagliato accogliere i propri bisogni e che esser venuta a meno alla pratica yoga debba essere una mancanza fonte di imbarazzo o auto-colpevolizzazione. Inoltre la pratica suggerita dovrebbe essere sostenibile e flessibile per consentire ad ognuna di incontrare il proprio approccio che in modo naturale si evolverà nel tempo.
Non siamo dei robot e non vogliamo diventarlo. Non siamo un’ immagine di copertina e non vogliamo nemmeno assomigliarci. Ci sono allieve che tornano sul tappetino dopo anni, altre si assentano per una stagione o per qualche giorno, non è importante! E’ invece importante sapere che in ogni momento tu puoi tornare a srotolare il tappetino col sorriso e senza nessuna giustificazione che tu non voglia dare!
Personalmente ci tengo a circondarmi da praticanti che vivono la pratica senza clichè preconfezionati, senza commenti o giudizi interni ed esterni, ma soprattutto senza sensi di colpa. Perchè il semplice fatto di pensare che io debba fare quella cosa al 100% sempre lineare…genera false aspettative e diventa una grande fonte di sofferenza che ci allontana dallo stato yogico che ricerchiamo.
“C’è qualcosa di buono in tutto ciò che sembra un fallimento. Non lo vedrai adesso. Lo rivelerà il tempo. Sii paziente” -Shivananda-
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Col sorriso 🙂
Paola Yogaharem “Lo Yoga nelle Stagioni”