Di recente ho invitato le praticanti alle mie pratiche settimanali a riflettere sul ruolo dell’insegnante e dell’allievo.
Una guida ti accompagna come un co-pilota cercando di suggerirti le indicazioni migliori, ma al volante ci sei tu.
Metterci alla guida del nostro corpo, del nostro respiro, del nostro sentire, ci costringe a prenderci la responsabilità di quello che stiamo facendo e di farlo nel migliore dei modi per noi.
Questo ti renderà indipendente e risveglierà la tua saggezza innata, non abbiamo bisogno di esseri umani dipendenti e inconsapevoli, ma di una vera ridestazione.
Ci sono poi persone speciali che diventano per te fonte di ispirazione e dalle quali puoi ricevere insegnamenti e spunti di riflessione preziosissimi, e ora ti racconto chi sono stati per me.
Colei che ritengo essere stata la mia prima vera maestra (vera intesa come guida che ho incontrato e scelto per facilitare la mia comprensione dello yoga dopo alcuni incontri qua e là) si chiama Laura Dell’ Erba; con lei praticavo yoga sciamanico e la ringrazio immensamente per avermi accettata nel suo piccolo gruppo. Mi ha coinvolta coi suoi racconti fatti di cultura e tradizione, mi ha accompagnata in profondità a ritrovare ciò che avevo dimenticato, ha risvegliato e rafforzato in me quel legame indissolubile con gli elementi della natura e i rituali. È stata un’esperienza importante incontrarla, che mi ha ispirata a mettermi in cammino con le mie gambe.
Dopo di lei ho passato diverso tempo all’ autoapprendimento, pur avendo avuto qualche maestro molto preparato durante lo studio, sono stati solo brevi incontri. Praticavo e studiavo da sola gli aspetti dello yoga che ritenevo più interessanti e affini al mio essere, ed è in questo periodo che ho avuto il piacere di leggere i testi che hanno trasmutato le mie pratiche.
Il primo è stato “Riequilibrio Elementare” scritto a quattro mani da Andrea Pascale e Micaela Jorio, una guida pratica per riequilibrare i 5 elementi che compongono il cosmo, mescolando la scienza ayurvedica (antica medicina naturale indiana) allo yoga, e applicando entrambe le radici filosofiche nelle pratiche. Si tratta di un libretto di circa 200 pagine e che probabilmente se non c’è già una conoscenza dell’ ayurveda almeno di base, sarebbe comprensibile solo in modo parziale, ma dopo averlo letto, riletto, praticato e ripraticato, il mio approccio sul tappetino è cambiato e anche le mie allieve se ne sono accorte.
Il secondo è stato “Risveglia i Chakra” di Jayadev Jaerschky basato sugli insegnamenti originali e inediti del maestro indiano Paramhansa Yogananda, questo testo conduce passo dopo passo a sperimentare il territorio interiore attraverso i centri energetici sottili che danno vita a tutte le funzioni del nostro essere (fisico, mentale, spirituale ed emotivo) utilizzando pratiche esplorabili da chiunque (conoscitori dello yoga e non).
Nelle mie ricerche arriva poi la maestra Gabriella Cella, fondatrice dello yoga Ratna con oltre quarant’anni di pratica e insegnamento, di cui ho particolarmente apprezzato lo “Yoga delle dee“. L’ ho trovato un inno alle pratiche di “movimenti della vita” che lavorando sul mondo simbolico permette di rappresentare tutte le forme esistenti, di assorbire le loro qualità e divenire tu quelle stesse forme risvegliando ciò che probabilmente è già inscritto in noi.
“Non seguire le orme dei saggi, cerca ciò che essi cercavano” è quello che la maestra esorta gli allievi a fare e questa frase è stata spunto di numerose meditazioni da lì in avanti.
E dopo il cambiamento è arrivato anche l’ ordine.
A questo punto le mie pratiche e il mio approccio allo yoga erano enormemente modificati rispetto all’inizio, ma mancava un’ ordine che scandisse ritmo e metodo, e nella vasta e spesso ripetitiva offerta yoga dei social trovo colei che a me è sembrata “la nota fuori dal coro” Shanti Brancolini fondatrice di Passione Yoga e del metodo yoga su misura. Una nota che non andava al ritmo dei social, non un cliché, ma risuonava mano a mano che l’ascoltavo sempre più al mio ritmo e al mio stato di comprensione e affinità. Parlo di lei con un’ amica e allieva saltuaria, e indovinate un po… mi regala un percorso con la maestra pagato e praticamente mai sfruttato! Un regalo per me inestimabile di cui ho fatto tesoro, ascoltando, riascoltando, praticando tanto e dandomi il tempo di assorbire concetti e benefici. Grazie a questo dono le mie pratiche yoga hanno trovato maggiore chiarezza e metodo, non un copia e incolla, ma un ricercare quegli insegnamenti mescolandoli e modulandoli secondo la mia esperienza e conoscenza.
Dopo aver revisionato e ‘battezzato’ la mia proposta yoga con il nome “Lo Yoga nelle Stagioni”, mi è capitato tra le mani durante la mia ultima vacanza un ultimo libretto dal titolo che sembrava scritto per me: “Lo yoga nelle stagioni” di Sandra Sabatini e Silvia Mori.
Naturalmente l’ ho acquistato, letto e praticato, trovandolo semplice ed essenziale, ciò che serve per un primo approccio allo yoga con costanza e facilità “al ritmo della vita”.
Non mi basterà una vita per comprendere e assorbire tutte le sfaccettature di questa disciplina così antica e attuale, così lontana ma vicina, così complessa e semplice.
Lo yoga è per me una meravigliosa opportunità di essere più curiosa riguardo me stessa e l’unione col macrocosmo, questo mi è sufficiente per continuare nel percorso di apprendimento, e quando riesci a comprendere qualcosa non solo mentalmente ma con tutti i sensi, diventa più facile.
Un passo alla volta, un processo in divenire e come è scritto dai saggi: “…il vaso diviene pieno una goccia alla volta”.
Col sorriso:-)
Paola
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