Ci sono pratiche yoga che non ti piacciono? Sai davvero riconoscere ciò che ti piace da ciò che ti è utile?

LO YOGA NELLE STAGIONI

Ci sono incontri yoga che ci piacciono di più, altri meno. Questo dipende da diversi fattori e non tutto ciò che ci si addice è necessariamente ciò che ci serve per progredire.

C’è chi predilige pratiche soft e distensive, chi quelle fisicamente performanti o chi ama soffermarsi molto di più sulla respirazione o sugli aspetti filosofici e simbolici.

Come fare ad accontentare tutte?
Semplice. Non è possibile.

O meglio, è possibile solo quando si comprende perché è necessario fare una cosa piuttosto che un’altra.

Il nostro corpo ha bisogno di distensione, rilassamento, flessibilità, equilibrio, forza e tutti questi aspetti si riflettono sul lavoro mentale in termini di elasticità, lucidità, concentrazione, controllo, gioia.
Ogni posizione yoga ha un’azione e una funzione specifica, così come le diverse tecniche di respirazione e tutto il resto che viene inserito all’interno di una pratica.

Alcune ci risultano più semplici, altre più impegnative, ma esistono sempre varianti che ci aiutano a portare la pratica “al nostro livello” attuale, in modo da consentirci di progredire nel nostro cammino yogico.

Questo vale per tutti gli aspetti che lo yoga ci insegna, dall’alimentazione all’ atteggiamento, dalle forme fisiche alla meditazione. Ognuno ha un proprio punto di partenza, caratteristiche personali e obiettivi, ma pur considerando l’individualità si procede tutti insieme.

Nelle nostre classi yoga non esiste differenza tra livelli di preparazione, per questo motivo vedrai mescolarsi individui di ogni età, tutti con caratteristiche fisiche e limitazioni differenti, ognuno coi propri obiettivi personali, ma tutti a condividere il medesimo ambiente con impegno e rispetto.

Se scegli di lasciarti guidare da un insegnante yoga probabilmente è perché ti senti a tuo agio con la persona e con l’ambiente, nonostante questo può succedere che alcune tra le classi yoga proposte non ti piacciano!

“Non sempre ciò che ci piace è ciò che ci serve.”
Sapere ascoltarsi lealmente e attentamente non è sempre facile né scontato.

Ad esempio se c’è una certa tendenza alla pigrizia sarà più facile e piacevole una pratica meditativa con pochi movimenti del corpo e rilassanti come in una classe di yin yoga o yoga nidra, ma mettere in pratica solo questo modello di yoga aggraverà facilmente quella condizione di letargia. In questi casi inserire aspetti più intensi, che sviluppano forza e resistenza, che attivano calore e vigore, sarebbe più costruttivo e di aiuto, anche se in un primo momento potrebbero risultare un po faticosi e “scomodi”.
Al contrario se si è “nel fare”, se si sente il bisogno di sfogarsi attraverso l’impegno del corpo, di continuare a cambiare posizioni yoga e si fatica a stare ferme sedute in meditazione, allora una pratica yoga dinamica e attivante non sarà sempre la scelta ideale. E se in un primo momento si ha la sensazione di stare bene probabilmente osservandosi meglio si noterà che il livello di concentrazione durante il giorno non è al massimo, che la rabbia o l’ansia prendono comunque il sopravvento o che l’ attività mentale quotidiana è sempre veloce e agitata come una scimmietta.

Uscire dalla nostra zona di comfort e sfidare un poco i nostri limiti ci insegna a conoscere qualcosa di nuovo, ad aprire la mente e il cuore abbracciando le infinite possibilità di sostegno e trasformazione che lo yoga ci offre.

Personalmente ho imparato moltissimo da ciò che ho giudicato “inadeguato per me” in un primo momento, il mio yoga è iniziato proprio da questo. Lezioni lente in un ambiente silenzioso e buio, pochissima o nessuna condivisione e interazione tra le compagne, il canto dei mantra quando faticavo a far uscire la voce dalla vergogna…”decisamente un ambiente troppo introverso per una come me” mi dissi.
Eppure col senno di poi ho compreso che era proprio quello che mi serviva in quel momento in cui il fare, gli incontri lavorativi e sociali, lo stile di vita super attivo erano al massimo dell’espressione.
In quello “stare” temevo di “essere”.

Nelle nostre classi con lo Yoga nelle Stagioni le pratiche si trasformano durante l’anno e possono essere molto diverse fra loro, proprio come lo è il ciclo della vita. Per questo motivo troverai la staticità e l’attività, l’introversione e l’estroversione, il silenzio e l’espressione sonora, la lentezza e la dinamicità, l’auto-esplorazione e la condivisione…e così via. Ogni energia e il suo opposto vengono sperimentati al ritmo della vita di cui siamo inseparabile parte.

“Nulla è permanente e tutto è ciclico”.
Prenderne consapevolezza è un’attenzione che dobbiamo necessariamente tener conto se vogliamo vivere a pieno, come una nota inserita in una sinfonia e diretta da una forza infinitamente più grande di noi, “il grande maestro d’orchestra”.

La prossima volta in cui avrai la sensazione di  trovarti in una classe yoga un po “scomoda”, fermati un attimo a riflettere prima di affrettare un giudizio e ascolta nelle ore successive le tracce che quella pratica ha lasciato in te. Potresti trovare un punto di vista molto diverso da quello istintivo, e spesso un risultato persino migliore e duraturo nel tempo.

Se questo articolo ti è stato utile lasciami un commento e condividilo. Mi aiuterai a far crescere questa comunità di condivisione yoga.

Col sorriso:-)
Paola 

Tags: , ,

2 risposte

  1. Sebastiana ha detto:

    Cara Paola , condivido appieno quanto hai scritto. Ritengo che ogni aspetto dello yoga che ci fai sperimentare ci sia utile . Magari nel momento in cui lo pratichiamo non lo sentiamo nostro , ma qualcosa rimane sempre in noi,ci aiuta a crescere e prima o poi nella vita ci servirà . Se non ne sentiamo subito l’utilità verrà chiuso in qualche cassettino della nostra mente che al momento opportuno verrà aperto e senza metterci neanche l’intenzione ci sarà utile!
    ritengo che questo valga per ogni esperienza della vita dal lavoro alle relazioni ad ogni altra esperienza venga fatta con intenzione 😘😘😘

  2. Daria ha detto:

    Ciao Paola quello che hai scritto è vero. A volte sei rilassata altre sei confusa e ti chiedi se quello che fai è la cosa giusta .Altre volte non ti senti a tuo agio perché hai dei bisogni diversi da quello che ci proponi . Le pratiche non sono mai uguali ma anche dentro di te si scatenano emozioni diverse piacevoli e spiacevoli. Quando torni a casa ti fai delle domande .Pero alla fine qualcosa ti rimane e la tua valigia è piena di cose nuove che ti servono poi nella vita

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *